Il criceto di Roborovsky (Phodopus roborovskii) è un piccolo roditore che proviene da Mongolia, Russia e Cina del Nord. Il suo habitat naturale è rappresentato da deserti sabbiosi e aree semiaride. Scava tane sotterranee profonde quasi due metri, in cui immagazzina il cibo.
Tra i criceti tenuti come animali da compagnia è il più piccolo, misurando appena circa 5 cm; il peso medio di un adulto è di 14-20 g. Proprio per le dimensioni ridotte e l’estrema vitalità è il meno adatto ad essere toccato. È molto difficile da maneggiare, ma per l’aspetto simpatico e il temperamento vivace rappresenta un’ottima scelta per chi vuole limitarsi ad osservarlo nella sua gabbia. Ha un corpo tozzo, con un folto mantello di colore marrone dorato sul dorso, mentre il sottopelo è scuro; la metà inferiore del corpo è bianca. Gli occhi sono neri e rotondi, sormontati da due piccole macchie bianche.
Possiede una ghiandola odorifera ventrale, a livello dell’ombelico, che serve a marcare il territorio. Come gli altri criceti, è dotato di due ampie tasche guanciali, delle estroflessioni delle guance che gli permettono di trasportare il cibo trovato, per poterlo immagazzinare nella tana. Possiede denti incisivi a crescita continua, tipici dei roditori, che vengono mantenuti di lunghezza costante con il consumo.
La vita media è di 3-3,5 anni, ma può raggiungere anche un’età più avanzata.
ALLEVAMENTO
I criceti di Roborovsky vivono meglio se tenuti in coppia, purché gli animaletti siano messi insieme quando sono ancora piccoli. Infatti se un criceto adulto è abituato a vivere da solo attaccherebbe senz’altro un altro soggetto introdotto nella sua gabbia. Criceti di provenienza diversa possono essere messi insieme se sono ancora giovani, in modo che si abituino alla reciproca presenza prima di diventare aggressivi, oppure si possono scegliere dei piccoli della stessa nidiata, cresciuti quindi insieme.
I soggetti devono essere preferibilmente maschio e femmina. Due maschi adulti non sono compatibili, e finirebbero per lottare, mentre è più probabile che due femmine vadano d’accordo, ma non è escluso che anch’esse si azzuffino.
Se si tengono insieme un maschio e una femmina occorre considerare la necessità di trovare una sistemazione ai piccoli nati, che dovranno necessariamente essere separati dalla famiglia a un mese di età. Può accadere che la coppia inizi a litigare e ad azzuffarsi, e in tal caso i due soggetti vanno separati subito e tenuti permanentemente divisi. Una volta che un criceto si è abituato a vivere da solo non può più essere messo insieme ad un altro soggetto, perchè verrebbe subito assalito.
Questi piccoli roditori non devono essere tenuti nelle normali gabbie da criceti, in quanto possono passare per spazi piccolissimi e scappare; vanno tenuti invece in contenitori dalle pareti lisce, di plastica o plexiglas. La gabbia deve essere sicura, a prova di fuga, robusta e facile da pulire. Deve essere più spaziosa possibile, per garantire il benessere del piccolo roditore. Non devono essere presenti elementi che possano ferire il criceto, come punte taglienti o margini affilati. Sul fondo della gabbia deve essere posto un materiale assorbente e non tossico. Si può utilizzare fieno morbido, pellet di segatura, pellet di carta riciclata, trucioli di legno, carta a pezzi. Si devono evitare il ghiaino per gatti e la segatura fine.
La gabbia va posta in una zona tranquilla e silenziosa, lontana da correnti d’aria. Non deve essere collocata davanti ad una finestra, perché il calore del sole può surriscaldare la gabbia e uccidere il criceto. D’inverno non deve essere troppo vicina al termosifone, perché il caldo eccessivo danneggerebbe il roditore. Eventuali cani, gatti e furetti devono essere fuori portata: anche se la gabbia è chiusa ermeticamente possono rovesciarla, o comunque disturbare o stressare il criceto con la loro presenza.
Nella gabbia è indispensabile la presenza della ruota, che permette al criceto di fare attività, e che viene utilizzata per diverse ore al giorno. La ruota deve avere il pavimento pieno, in modo che le zampine non restino incastrate tra le sbarre, fratturandosi.
Un altro accessorio indispensabile è rappresentato da una casetta o una scatolina che permetta al criceto di costruirsi una tana. Gli si può lasciare a disposizione della carta da cucina o della carta igienica per imbottire il nido. Il materiale simile a cotone in vendita nei negozi per animali è controindicato e potenzialmente molto pericoloso. Se ingerito può causare ostruzioni intestinali mortali; inoltre facilmente si attorciglia intorno alle zampe, causando il blocco della circolazione e la perdita dell’arto.
Alle pareti della gabbia si deve appendere un beverino a goccia, perché il criceto abbia sempre a disposizione acqua fresca e pulita. L’acqua va rinnovata tutti i giorni, e non quando il beverino resta vuoto. Nel caso siano presenti dei piccoli si deve fare attenzione che riescano a raggiungere il beccuccio e bere senza difficoltà. Le vaschette non sono consigliabili per offrire l’acqua, perché si sporcano subito.
I criceti tendono a urinare in un angolo della gabbia, e si può approfittare di questa abitudine per tenere la gabbia più pulita. Mettendo nell’angolo prescelto un piccolo contenitore con del materiale assorbente è possibile che il criceto lo utilizzi regolarmente come gabinetto, mantenendo il resto della gabbia più pulita e facilitando la pulizia.
All’interno della gabbia, se è abbastanza spaziosa, si possono collocare tubi, scatoline, oggetti su cui arrampicarsi, rametti da rosicchiare, per arricchire l’ambiente e permettere al criceto di fare attività, tenendolo occupato. Qualunque oggetto si lasci dentro la gabbia deve essere sicuro per i criceti, vale a dire che se rosicchiato e ingerito non deve causare problemi. Si devono evitare oggetti verniciati o in qualche modo tossici, e sostanze che se ingoiate non sono digeribili e possano quindi causare un’ostruzione intestinale. Eventuali oggetti pesanti devono essere ben fissi perché non possano cadere, schiacciando l’animaletto.
La gabbia e tutti gli accessori devono essere puliti con cura almeno una volta alla settimana, utilizzando prima acqua calda e sapone, e quindi un disinfettante da risciacquare con cura. Quando la gabbia è asciutta si ricopre il fondo con della lettiera nuova, si colloca all’interno del materiale per il nido e si fornisce una piccola scorta di cibo fresco. Tutti i giorni devono essere eseguite piccole operazioni di manutenzione: eliminare il cibo deperibile (frutta, vegetali, altri alimenti freschi), lavare il beverino e controllarne il buon funzionamento, pulire la zona scelta come gabinetto.
ALIMENTAZIONE
I criceti sono onnivori: in natura si nutrono di alimenti di tutti i tipi, sia vegetali che animali (piante, semi, tuberi, insetti, frutta), anche se sono principalmente granivori, hanno cioè una preferenza verso i semi.
In cattività è importante fornire un’alimentazione variata e bilanciata, e non limitarsi ad un solo tipo di alimento (ad esempio una miscela di semi). Gli alimenti confezionati devono contenere il 16-20% di proteine e il 4-5% di grassi, e comprendere anche una quota di proteine animali. La dieta ideale è rappresentata da specifico mangime in pellet, oppure da pellet per topi e ratti, che però non è facile da reperire. In alternativa si possono offrire miscele di cereali non zuccherati (ad esempio muesli o cereali integrali per la prima colazione senza zucchero), vegetali, sia freschi (tarassaco, trifoglio, radicchio, insalata, carote, broccoli, ecc.) che cotti (fagioli, piselli, patate...) e una piccola parte di frutta.
L’alimentazione va integrata con una piccola quantità di proteine animali: uovo sodo, carne magra cotta, tonno senz’olio, formaggio fresco, yogurt, una crocchetta per cani. Altri tipi di alimenti che si possono somministrare sono: pasta cotta, pane o fette biscottate integrali, fiocchi d’avena.
Le miscele di semi non sono complete. I semi vanno somministrati come bocconcino occasionale, per evitare problemi di obesità e squilibri alimentari. I bastoncini di semi e melassa sono da evitare per l’eccessivo contenuto di zucchero e grassi, sicuramente dannosi per la salute del criceto.
I criceti amano fare piccoli pasti frequenti nel corso della giornata, quindi devono avere sempre cibo a disposizione, ma si deve somministrare ogni giorno solo la quantità di alimento che verrà consumata in giornata, per evitare che l’animale scelga solo i bocconi più graditi trascurando il resto. I criceti amano accumulare scorte di alimento, pertanto ogni mattina si deve eliminare il cibo fresco che non è stato consumato, prima che vada a male. L’acqua è indispensabile, e va fornita con un beverino a goccia.
Alimenti controindicati:
Semi di girasole (troppo grassi e carenti di proteine)
Le miscele di semi come alimento unico o preponderante
I cosiddetti “snack per roditori”, come caramelline, bastoncini di semi e melassa, ecc.
Cibi zuccherati (dolci, biscotti, creme, dolciumi in generale) e ricchi di grassi (fritti, panna, burro, merendine)
Insaccati
Vegetali avariati, o non adatti al consumo umano
Le parti verdi e le foglie di patata, pomodoro e melanzana
La cioccolata
Il latte e gli alimenti contenti latte
Vegetali raccolti in zone che potrebbero essere state trattate con pesticidi, o lungo il bordo delle strade
Piante da appartamento (molte, come la stella di natale, sono tossiche o irritanti, o possono essere state trattate con prodotti tossici)
RIPRODUZIONE
I criceti di Roborovsky possono raggiungere la maturità sessuale ad appena 5 settimane di età, ma in media questa è più tardiva, a circa 4 mesi e mezzo. La gravidanza dura circa 20-22 giorni, con 3-6 piccoli per parto in media, anche se il numero può variare da uno a nove. I piccoli sono allevati insieme dal padre e dalla madre. Entro pochi giorni dal parto la femmina può tornare in calore, e avere fino a quattro gravidanze durante la stagione riproduttiva, che va da aprile a settembre. I piccoli alla nascita pesano circa un grammo; aprono occhi e orecchie a due settimane e a diciannove giorni sono già svezzati e pronti a lasciare la madre. All’età di 1-1,5 anni la femmina diventa sterile.
I criceti di Roborovsky non sono molto facili da riprodurre in cattività. Alcune femmine non si riproducono mai, oppure iniziano solo a 7-8 mesi d’età. Per avere qualche probabilità di avere dei piccoli di Roborovsky, si deve lasciare ai genitori molta privacy, e disturbarli meno possibile, evitando il più possibile di maneggiarli. In prossimità del parto e nei giorni successivi si deve tralasciare di pulire la gabbia, altrimenti possono verificarsi casi di cannibalismo verso i piccoli o il loro abbandono. La femmina deve avere a disposizione abbondante materiale per fare il nido (sono consigliati fazzoletti di carta) e una scorta di cibo sufficiente. I piccoli non vanno toccati per i primi sette giorni di vita.
I piccoli alla nascita sono completamente inetti, nudi e con gli occhi chiusi, ma presentano già gli incisivi. Lo svezzamento avviene a 20 giorni, anche se i piccoli iniziano ad assumere cibo solido prima. E’ opportuno lasciare a disposizione del cibo sul pavimento della gabbia, in modo che sia facilmente accessibile, ad esempio del pellet inumidito; anche l’acqua deve essere facilmente raggiungibile dai piccoli. I piccoli orfani non hanno possibilità di sopravvivere; non ha successo il tentativo di affidarli a una balia, né quello di allattarli artificialmente. I piccoli vanno separati e alloggiati singolarmente dopo i 50 giorni di età.
COME MANEGGIARE IL CRICETO
I criceti di Roborovsky, a causa delle piccole dimensioni e della loro vivacità, sono particolarmente difficili da maneggiare. Sono molto attivi e nervosi, e possono facilmente sfuggire di mano e cadere, ferendosi. Inoltre se scappano è poi difficile recuperarli, perché sono piuttosto svelti e sono abbastanza minuti da infilarsi in spazi piccolissimi.
Il carattere dei criceti può variare molto da individuo a individuo; alcuni soggetti sono docili e si lasciano maneggiare senza problemi, mentre altri rimangono refrattari ad ogni tentativo di addomesticamento e non si lasciano afferrare. In genere sono docili i criceti che sono stati maneggiati regolarmente e con delicatezza fin da piccoli, mentre sono timidi quelli che non sono mai stati abituati al tocco della mano dell’uomo.
I soggetti docili possono essere afferrati senza difficoltà, tenendoli tra le mani a coppa. Poiché i criceti possono facilmente sfuggire di mano e cadere si deve sempre stare attenti a non sollevarli mai molto in alto. L’ideale è di maneggiare sempre il criceto stando seduti in terra, o sopra un tavolo, in modo che se cade non si faccia male a causa dell’altezza. È consigliabile prenderlo in mano tutti i giorni, perché resti docile, ma sempre per brevi periodi, perché non ama essere trattenuto. Offrendogli un bocconcino ogni volta che lo si maneggia imparerà presto ad associare la mano ad un evento gradevole e a non averne paura.
Non si deve mai afferrare un criceto che dorme, perché se svegliato bruscamente può reagire con aggressività tentando di mordere chi lo sta disturbando. I criceti che non si lasciano afferrare possono essere spostati in modo non stressante e sicuro per l’operatore spingendoli ad entrare dentro un piccolo barattolo o un tubo di carta, tenendo poi chiusa l’apertura con una mano. In questo modo possono essere rimossi facilmente dalla loro gabbia, ad esempio quando è tempo di fare pulizia, e posti in un altro contenitore. E’ sconsigliato utilizzare i guanti perchè non permettono una sufficiente sensibilità, rischiando di stringere troppo e ferire o soffocare il roditore.
In caso di morso, si ha l’istinto di ritrarre bruscamente la mano; questo gesto può avere gravi conseguenze perché può scagliare lontano il criceto causandogli gravi lesioni. In realtà questi criceti sono troppo piccoli per causare danni con i loro morsi.
La difficoltà di maneggiare questi roditori li rende inadatti ai bambini piccoli, che dovrebbero solo limitarsi a guardarli senza tentare di afferrarli. Dopo aver maneggiato o accudito il criceto è opportuno lavarsi bene le mani.
CURE
I criceti non devono essere vaccinati, ma è bene far fare una visita subito dopo l’acquisto e delle visite di controllo periodiche 2-3 volte l’anno.
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