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Rettili • FISIGNATO • PHYSIGNATHUS COCINCINUS


Questo sauro, detto anche drago d’acqua cinese, origina dalle foreste di Tailandia, Indocina e parte della Cina. E’ attivo di giorno, e passa gran parte del tempo sugli alberi. Vive soprattutto nei pressi di corsi d’acqua e quando si sente minacciato si lancia nell’acqua, dove si trova perfettamente a suo agio essendo un abile nuotatore. Se necessario, è in grado di resistere sott’acqua fino a 25 minuti.

Il drago d’acqua cinese è prevalentemente insettivoro. Oltre che di insetti occasionalmente si nutre anche pesci, rettili o mammiferi di piccola taglia. La lunghezza alla nascita è di 13-15 cm (coda compresa), mentre gli adulti arrivano a 60-90 cm (i maschi raggiungono una taglia maggiore delle femmine). La maggior parte della lunghezza è rappresentata dalla coda.

La longevità potenzialmente è di 20 anni, ma in cattività la mortalità è elevata se non vengono fornite le condizioni ambientali adeguate.

ALLEVAMENTO

Il fisignato è docile e morde raramente; inoltre da adulto ha una taglia meno impegnativa dell’iguana verde, ma è piuttosto attivo e richiede comunque un terrario spazioso. Il terrario deve replicare, per quanto possibile, l’habitat naturale, cosa sempre impossibile da fare in modo perfetto in un ambiente tanto ristretto. L’allestimento deve essere tale da non complicare le operazioni di pulizia, che se diventano troppo impegnative rischiano di essere rimandate con conseguenze deleterie per l’igiene.

Il terrario deve essere quanto più ampio possibile, a prova di fuga, con le pareti lisce, facili da pulire e disinfettare; i materiali più usati sono il vetro, il plexiglas, la plastica e la fibra di vetro. Le pareti laterali, quella posteriore e la parte inferiore della parete frontale devono essere rese opache, in modo che il rettile percepisca la presenza di un ostacolo e non si provochi lesioni al rostro (la parte anteriore del muso) nel tentativo continuo di fuggire. Il terrario deve essere abbastanza alto da contenere robusti rami ben fissati.

Poiché i rettili regolano la loro temperatura corporea utilizzando fonti esterne di calore, si deve porre nel terrario una fonte di riscaldamento. La temperatura del terrario non deve essere uniforme ma presentare una variazione, detta gradiente, da un estremo all’altro. In questo modo il fisignato, spostandosi da una zona all’altra del terrario, può regolare la propria temperatura corporea in modo da scegliere quella ottimale. La temperatura deve presentare un gradiente sia in senso verticale che orizzontale, cosa che si ottiene ponendo la fonte di calore in alto, ad un’estremità del terrario. Se il terrario è troppo piccolo si riscalderà in modo uniforme e non permetterà di raggiungere un sufficiente gradiente, mentre un terrario molto grande può richiedere fonti di calore supplementari (ad es. più lampade, oppure pannelli riscaldanti o materassini, posti al di fuori del terrario). La temperatura diurna deve essere di 29-31°C, con un punto caldo localizzato di 33,5°C; la temperatura notturna deve scendere a 24-26,5°C.

Il terrario deve essere riscaldato con una fonte di calore dall’alto, ad imitazione del calore del sole. Si possono impiegare a questo scopo normali lampadine, oppure lampada a luce infrarossa o lampade di ceramica che emettono calore ma non luce, e che possono quindi essere lasciate accese anche di notte, senza disturbare il sonno del rettile.

I sistemi di riscaldamento posti direttamente sul fondo del terrario, come le cosiddette “rocce calde” sono controindicati. Rappresentano un metodo di riscaldamento non fisiologico e soprattutto rappresentano una frequente causa di ustioni. Anche le lampadine riscaldanti devono essere collocate in modo da evitare il contatto diretto e la possibilità di ustioni.

Per il benessere dell’animale è necessaria una luce al neon a spettro completo (che imita la luce solare), ed è indispensabile una lampada UVB (che permette la sintesi di vitamina D, senza la quale il rettile non potrebbe assimilare il calcio, andando incontro a decalcificazione e morte). Il fotoperiodo deve essere di 12 ore di luce e di 12 di buio.

Se possibile, il fisignato va esposto alla luce solare diretta, che è di grandissimo beneficio per la sintesi della vitamina D3 e la prevenzione dei problemi di decalcificazione, prestando però molta attenzione a proteggerlo dai colpi di calore e dalla possibilità di fuga.

I fisignati amano immergersi in acqua, pertanto nel terrario si deve porre una bacinella abbastanza ampia da contenere tutto il rettile. È indispensabile che l’acqua sia tenuta sempre molto pulita, cambiandola tutti i giorni o comunque appena il fisignato vi ha fatto i bisogni dentro, cosa che avviene di frequente.

L’umidità all’interno del terrario è un fattore di fondamentale importanza per il benessere del rettile, anche se troppo spesso trascurato. Per il fisignato l’umidità ideale si aggira intorno al 80%. Per mantenerla così elevata si deve spruzzare spesso dell’acqua all’interno. È anche possibile porre la vasca dell’acqua direttamente sotto la lampada riscaldante, oppure sistemare sotto il pavimento del terrario, in corrispondenza della vaschetta, un materassino o un cavetto riscaldante, che favorisca l’evaporazione dell’acqua. È possibile utilizzare un umidificatore. Se l’umidità è troppo bassa si osservano spesso problemi di muta, con ritenzione di pezzi di pelle che possono causare la perdita delle dita o di parte della coda, per ostacolo al circolo sanguigno. La disidratazione cronica inoltre porta a problemi renali, causando insufficienza renale.

Indispensabili accessori del terrario sono un paio di termometri (uno posto sul punto più caldo e uno sul punto più fresco del terrario, per monitorare il range di temperatura) e un igrometro, che verifichi il livello di umidità.

ALIMENTAZIONE

I giovani vanno alimentati tutti i giorni, mentre gli adulti ogni 2-3 giorni. La dieta in cattività dovrà essere variata; si possono somministrare topi adulti, pesciolini, quaglie di un giorno, lombrichi e insetti; si può lasciare a disposizione un’insalata di verdura e frutta miste, simile a quella che si prepara per l’iguana verde, anche se non sempre viene consumata. I piccoli sono invece insettivori, e si devono fornire insetti di diverso tipo (grilli, camole, tarme, lombrichi, ecc.) e topini neonati. Sia agli adulti che ai giovani si integrerà la dieta con dei preparati minerali vitaminici e con calcio carbonato. 


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